Le tradizioni natalizie più curiose al mondo

23 Dicembre 2015 - Redazione

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1- I giapponesi, re del pollo fritto. ‘Kentucky Natalizio’,…uno slogan interessante. Un paese da sempre abbonato alle stranezze che, però, non smette di sorprenderci. L’ossessione nel riprodurre abitudini e culture occidentali porta la popolazione giapponese ad introdurre nei propri menu natalizi del 23 dicembre gli orribili contenitori cubici del Kentucky Fried Chicken. Una campagna pubblicitaria lanciata nel 1974 che, tutt’ora, ha successo…date le lunghe code davanti ai locali della catena, per accaparrarsi il pollo di Natale.

 

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2- Gli anti Babbo Natale. Come nelle migliori avventure dei fumetti, anche il Natale è fatto di eroi e antagonisti. Così, al viso bonaccione di Babbo Natale con la sua barba bianca, che rallegra la vita dei bambini con un sacco pieno di regali, si contrappongono, nella tradizione di paesi come l’Austria, la Svizzera, la Slovenia o la Croazia, figure tenebrose, destinate ad essere protagoniste, loro malgrado, delle feste. Sono i Krampus, diavoli che rappresentano il lato oscuro di Santa Claus ma che, nonostante l’aspetto inquietante, lo proteggono.

 

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3- Rompere le pignatte latine. In America Latina è tutto diverso e le feste popolari sono caratterizzate da colori e musica in strada. Le Posadas si celebrano soprattutto in Messico, in Guatemala e nel Salvador: si tratta di giornate di festa che celebrano il viaggio di Giuseppe e Maria verso Betlemme. Non mancano, ovviamente, i mariachis, la gente ed i giochi per bambini, che si dedicano a rompere le pignatte piene di dolci.

 

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4- Natale ‘red hot’. La calda estate australe si tinge di rosso. In Nuova Zelanda, l’albero Pohutukawa – nome Maori – si trasforma nell’albero di Natale locale. Ha anche un festival a lui dedicato nella penisola di Coromandel.

 

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5- I 13 trolls natalizi islandesi. Un’altra tradizione nordica, nata da un mito locale. Se un solo Babbo Natale era poco, possiamo assicurare che i bambini islandesi hanno la fortuna di attendere ben 13 visite diverse. I Jolasveinar – traducibile come ‘gli amici del Natale’ – sono la prole strampalata di una coppia di trolls che dimorano sulle montagne islandesi e che si dedicavano a spaventare gli abitanti locali. Oggigiorno non si dedicano più a questa attività e si limitano a distribuire regali. A partire dal 12 dicembre sono protagonisti, uno ad uno, delle diverse giornate che seguono, fino al giorno di Natale. A partire dal 26 dicembre, si ritirano uno ad uno, giorno per giorno, fino al 6 gennaio.

 

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6- Paperino parla svedese. Ancora il Nord Europa…Sembra che in Svezia, a Natale, ci sia un’abitudine difficile da comprendere. Dal 1959, le famiglie si riuniscono davanti al televisore la sera del 24 dicembre per vedere niente di meno che lo speciale Disney ‘Paperino e i suoi amici augurano Buon Natale’. Ok, si tratta di una trasmissione probabilmente molto nota ma sembra che Kalle Anka – il nome di Paperino in svedese – sia un personaggio famosissimo.

 

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7- Il Boxing Day in yacht. Il 26 dicembre, come nel Regno Unito, è il Boxing Day in Australia. Quindi è tempo di Cricket e regate. La competizione da Sidney a Hobart è una delle più appassionanti, un simbolo sportivo dell’estate australiana perché le aspettative sono enormi e tutti sono presenti.

 

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8- Il cagone del presepe. Mancava un esempio scatologico del Natale. Se esiste già il cosìdetto Zio di Natale che ‘evacua’ regali, non possiamo non menzionare anche la figura tipica dei presepi catalani e valenciani, con i pantaloni abbassati. Si tratta di iper realismo, ma anche di un’icona di prosperità e fortuna.

 

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