Diario di un interrail in Norvegia. Oslo: con i suoi parchi, i suoi musei e i suoi ubriaconi.

22 Giugno 2016 - Redazione

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20 luglio 2015 – Giorno 12

Non dormo proprio benissimo. Il sole è quasi sempre presente in cielo e non mi sono ancora abituato.
Una volta sveglio mi trovo con Amber giù in ostello.

Amber è una ragazza che ho conosciuto alla stazione di Copenaghen che è stata mia compagna di viaggio in treno. È belga, lavora in una comunità per inserire i ragazzi stranieri nel mondo del lavoro e per tutto il viaggio mi ha coccolato con cioccolato e biscotti.

Decidiamo come prima cosa di andare in stazione a prenotare i nostri rispettivi treni. Lei il notturno per Bergen. Io il notturno per Stavanger. Riusciamo a fare tutto abbastanza velocemente. Io poi voglio cambiare i miei soldi per poter riuscire finalmente a far colazione. Usciamo dalla stazione e cambio i soldi. Nel frattempo Amber pensa a noleggiare delle bici per la giornata, per essere più veloci nel muoverci. Andiamo al centro turistico e poi finalmente colazione.

Io mangio una sorta di enorme panino con le gocce di cioccolato e un muffin, lei al posto che il panino una brioche. Ovviamente pagando un occhio della testa.

Finita colazione prendiamo le nostre biciclette e iniziamo il nostro giro. Dal porto fino a quando non ci troviamo in una sorte di fortezza. La giriamo e ad un certo punto iniziano a sparare dei colpi.
Porca vacca. Che succede?

Andiamo a vedere e sono colpi a salve di artiglieria.
Così, per svegliare chi non ancora è sveglio a mezzogiorno.

Usciamo e ci dirigiamo verso il palazzo reale. Molto bello, anche i giardini. Proseguiamo e arriviamo
a Vigeland Park.
Un parco pieno di statue nude ma molto, molto bello.

La cosa incredibile è che pur essendo nude non fanno mai pensare ad una presunta sessualità. Alcune statue mi fanno soffermare svariati secondi per capirne il significato.

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Il parco è tenuto meravigliosamente, e col sole risplende ancor di più. Stiamo lì un po’ e poi decidiamo di andare al museo delle navi vichinghe. Ci fermiamo prima in bagno dove ci fanno pagare 10 corone norvegesi per entrare.

L’equivalente di un euro. La Norvegia mi svenerà.
Piano piano in bicicletta ci avviamo ai musei fuori Oslo.

Attraversando l’autostrada, già proprio così l’autostrada, e i campi norvegesi arriviamo.
Il museo è piccolo ma interessante. Usciti decidiamo di andare a vedere anche il museo della Fram, la nave che ha fatto la storia delle spedizioni polari.

Molto interessante anche questo, con anche una sorta di simulazione di aurora boreale, che non ha niente a che vedere con l’emozione che ti provoca nel vederla dal vivo.
Ad Amber piace. Gli piacciono le barche chissà perché.

Per tornare indietro prendiamo il traghetto, perché siamo distrutti. Torniamo verso il centro e decidiamo di riportare le tessere delle bici così da riprenderci indietro la caparra depositata. Mi innamoro della cassiera.

Facciamo un altro po’ di camminata e poi io torno in ostello. Amber continua il suo giro perché ha il treno stanotte. In ostello mi faccio una doccia, organizzo lo zaino e finisco i miei magnifici panini, dandogli una lieve scaldata sulle piastre. Per un viaggio low-cost devi arrangiarti come riesci.

Dopo un paio di ore torna Amber e vado giù nella hall a bere una birra con lei. La saluto, le auguro buon viaggio e torno in camerata. In stanza si è aggiunto un ragazzo austriaco che ha cucinato dei tortellini.

Chiacchieriamo su Stavanger, la mia prossima meta.
Dopo poco arriva anche un ragazzo belga, che puzza da far schifo perché ha fatto una camminata di 10 ore.

Chiacchieriamo e poi io svengo a letto distrutto dalla visita di Oslo.
Il giorno dopo, mi sveglio e trovo tre nuovi tizi in camerata che dormono.

Quando sono arrivati?
Chi sono? Da dove vengono?

A tutte queste domande non trovo risposta perché si alzano tutti assieme e se ne vanno ancor prima
che io mi riesca ad alzare dal letto.

Chiudo lo zaino, saluto i ragazzi della camerata e vado a far colazione. Compro il coupon per la colazione ma non trovo il ristorante, mi faccio ridare indietro i soldi e compro tre brioches e una roba alla crema con della glassa sopra. Purtroppo però diluvia.

Decido allora di organizzare almeno il resto del viaggio con treni e couchsurfing, un sito che ti permette di andare a dormire dalla gente locale gratuitamente, a patto che tu condivida le tue storie con chi ti ospita.

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Vado in stazione e prenoto i vari treni da Bergen fino a Bodø.
Che sarebbero: treno notturno Bergen-Oslo, due ore di attesa poi un altro bel treno per Trondheim di 6 ore, arrivato a Trondheim vagolare per la città e la sera prendere un altro treno notturno per Bodo.
Insomma una bella traversata.

Torno in ostello perché piove troppo. Sfrutto la pioggia per cercare dove dormire e prenotare dei bus e dei traghetti. Tra una cosa e l’altra si fa il tardo pomeriggio. Esco a farmi una passeggiata. Mangio da Burger King e spendo 12 euro per un menù normale. Porca p*****a.

Vado a fare la spesa per il viaggio e anche lì per quattro cazzate spendo una fucilata.
Torno in ostello e parlo con un energumeno croato che si è trasferito ad Oslo da poco.

Mi parla, ubriaco, di come i politici croati abbiano distrutto il suo meraviglioso paese.
Vabbè ormai si è fatta una certa ora e mi avvio verso la stazione per prendere il treno che mi porterà a Drammen e poi da lì a Stavanger.

Scopro che non c’è un treno ma bensì un bus. Vabbè, aspetto il bus e poi parto verso Drammen. Arrivo e salgo immediatamente sul treno. Vicino a me c’è un norvegese che puzza in modo disgustoso.

Mi spiega che pure lui ha fatto 10 ore di camminata. Direi senza fare una doccia da quanto fai schifo.
Per fortuna poi si metterà a dormire nel vagone dei bambini.

Sul treno ti danno coperta, mascherina, cuscino ad aria e tappi per le orecchie.
Tutto in un sacchetto sigillato. C’è anche il wi-fi.
Mi sento in imbarazzo per le ferrovie italiane.
Mi metto comodo, stendo le gambe e guardo fuori dal finestrino.

Nonostante l’orologio segni le 10.30 di sera, dietro le nuvole si vede ancora il sole che splende.
Appoggio la testa al vetro e mi lascio trasportare dalla malinconia che porta un vetro del treno.

Domani mattina arriverò finalmente nella prima vera tappa di questo viaggio tra i fiordi norvegesi.
Ma il mio pensiero stanotte non andrà a loro. Il mio pensiero fluttua tra ricordi e speranze…

E dal nulla, mi metto a scrivere.
Domani sarà un altro giorno.

“I bambini
nel vetro del treno
trovano divertimento
con delle normali gocce d’acqua
diventando così
scommettitori accaniti
I pendolari
nel vetro del treno
trovano riposo
poggiando la pesante testa
mentre tornano a casa
bestemmiando al domani
I sognatori
nel vetro del treno
trovano una finestra sul mondo
ammirando il paesaggio sfuggente
con occhi lucidi e il cuore aperto
Io
nel vetro del treno
trovo te
che non mi aspetti più in una stazione
mai troppo lontana
ma bensì
sotto tonnellate di orgoglio
nel tuo desiderio più grande”

Il Bardo

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