Isole Lofoten, dove il cielo a mezzanotte è colorato di rosa.

27 Luglio 2016 - Redazione

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Finalmente mi imbarco e siccome si sta bene e c’è un bel tempo decido di mettermi fuori sulle sdraio a riscaldarmi col sole. Mi lascio alle spalle la meravigliosa costa norvegese per addentrarmi in quello che molti viaggiatori definiscono un paradiso naturale.
La sdraio sul ponte del traghetto mi coccola, fino a farmi quasi addormentare, ma il mio stomaco richiama del cibo. Così vado dentro e mi mangio i panini che mi ero preparato. Conosco due ragazze svizzere che, come me, vanno alle Lofoten. Si chiamano Stefanie e Livia.
Parliamo e passiamo il resto del viaggio assieme a chiacchierare. Mi raccontano che vogliono fare trekking una volta arrivate, però, hanno un problema. Non hanno un posto dove dormire e tutti gli alberghi/ostelli sono pieni. Gli suggerisco di provare Couchsurfing o Airbnb.
Ci fermiamo in una città per 10 minuti e ci facciamo una corsa per vedere il porto e sgranchire le gambe per poi tornar a bordo. Racconto del mio viaggio e mi regalano una mela. Dopo un’oretta dalla fermata e sei da Bodø arriviamo finalmente nel paradiso Lofoten.
Ad aspettarmi c’è Lina, la ragazza che mi ospita. Saluto le due ragazze svizzere augurandogli di trovare un posto dove stare. Salgo in macchina e ci avviamo verso casa.
Lina è una surfista di 26 anni che vive e lavora qui.
Chiacchieriamo di musica e abbiamo gli stessi gusti. Ci fermiamo per comprare qualcosa per colazione e per la cena di domani sera.
Una volta arrivati a casa, una meravigliosa casetta rossa su un porticciolo appena fuori Svolvær, troviamo la couchsurfer che stava da lei che parla con 3 norvegesi.
Mi siedo e inizio a chiacchierare con loro. Sono ingegneri, che sono alle Lofoten per giocare a golf. Uno di loro fa anche l’attore e ci fa vedere qualche stupido video musicale dove ha recitato.
Ridiamo come cretini.
Mi offrono della birra, del pesce secco e delle patatine. Ci guardiamo un meraviglioso sole di mezzanotte che illumina il cielo di quel colore che non ci credi.

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Mi emoziono. Iniziamo a sentire il freddo, e la stanchezza. Decidiamo di andare a letto. Lina mi prepara il letto, e dopo essermi sciacquato mi butto a letto. Mi dice che domani lei lavora, ma di non preoccuparmi di niente, di lasciar pure aperta la porta di casa che tanto nessuno ruba niente, e di prender pure la sua bici.
Strabiliato dal fatto di non chiudere la porta, mi metto a letto.
La sveglia suona alle 10. Il sole fuori è alto e non ci sono nuvole. Faccio una bella colazione con le uova e il bacon che mi sono comprato. Poi prendo la giacca, esco di casa senza chiudere a chiave la porta, come detto da Lina, e salgo in bicicletta.
Decido di andare verso sud. Pedalo, e la bici di Lina è davvero bella e va che è una meraviglia. La strada che faccio è la E10, ed è un continuo sali e scendi. Ma davvero spettacolare. Mi fermo svariate volte per ammirare la bellezza di questi posti. Dopo poco più di 10 km mi fermo in una strada con un panorama meraviglioso. Le montagne si spengono direttamente nel mare, e la strada semideserta non rovina il paesaggio, anzi lo rende ancora più mozzafiato. Scatto una foto e fermo un ciclista per farmene scattare una. Poi decido di tornare indietro. Altri 12 km per tornare indietro. Mi fermo a comprare qualcosa da mangiare per pranzo.
Dati i costi e le mie restrizioni economiche vince yogurt alla fragola con banane e Mars.
Dopo mangiato mi faccio un pisolo sul divano e appena torna Lina mi sveglio. Mi propone una scalata nella montagna appena davanti a noi. È bella alta. Ma posso farcela e accetto.
Prendiamo la macchina e arriviamo ai piedi della montagna. La scalata è dura e lunga. Con Lina parliamo e incontriamo altre persone. Rimango sbalordito di come i ragazzini trovino facile salire certi sentieri. Una volta su però la vista come sempre è meravigliosa. Tiriamo fuori dei biscotti e patatine e mangiamo qualcosa prima di scendere. Facciamo una sorta di aperitivo in cima alla montagna. Bello vero! Scattiamo qualche foto e poi decidiamo di tornare alla macchina.

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Mentre scendiamo sale un po’ di vento ma il sole non cala. Una volta arrivati alla macchina pensiamo di fare un bagno nel laghetto affianco, ma senza asciugamani ci ripensiamo.
Arriviamo a casa, doccia calda e poi preparo da mangiare. Mangiamo un sacco, data la grande scalata e poi ci mettiamo ad ascoltare un po’ di musica. Come già detto in precedenza i gusti musicali sono molto simili, nelle casse passano dai Mumford & Sons, a Bon Iver fino ad arrivare a Ben Howard.
Con Lina sto bene, chiacchiero e stiamo insieme. Lei va a dormire, mentre io mi organizzo lo zaino per domani, per quando mi imbarcherò su un altro traghetto per raggiungere prima Tromsø e poi Honningsvåg, ultimo porto prima del mio punto di arrivo.
Capo Nord.
Finito esco sul pontile di fronte per guardare il sole di mezzanotte e vengo attaccato da gabbiani. Noto solo dopo che ci sono i piccoli in fondo al molo.
Mi allontano e mi godo meglio questo incredibile paesaggio.
L’orologio sul mio polso punta la mezzanotte spaccata. Il sole, coperto dalla montagna davanti a me colora il cielo di arancione e rosa, facendolo poi specchiare sul mare, creando così un incredibile paradiso terrestre, solo ora capisco perché molti viaggiatori lo paragonano ad esso.
Tutta questa meraviglia mi crea malinconia. Penso a chi vorrei avere al mio fianco in questo momento e il taccuino si palesa tra le mie mani.
Scrivo sui tramonti. Scrivo su una donna.
Scrivo, e per ora devo farmi bastare tutto ciò.

 

“Sei sveglia
o stai dormendo?
E se stai dormendo
cosa stai sognando?
Me?
Non penso
O forse stai facendo l’amore?
Che brutto pensare
che tu stia facendo l’amore
Speriamo almeno
che lui sia un incapace
O magari
sono solo io un pessimista
e anche tu
sei sveglia nel buio
a scrivermi una poesia
che non leggerò mai
No eh?
Che schifo
Vabbè
Io come al solito
sono qui
che scrivo poesie
che non leggerai mai
Sono qui
davanti
ad un tramonto di mezzanotte
che dovrebbe ispirarmi
versi sulla natura
sul mondo
sulla vita
E invece scrivo
di te

Di come ti piacerebbe
incendiare le nuvole
Colorare il cielo
E specchiarti nell’oceano
Di come anche tu sia un meraviglioso tramonto
che non tramonta mai”

Il Bardo

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