Guardandomi fisso negli occhi mi disse:” ci vediamo venerdì prossimo” e si girò allontanandosi, scambiando a bassa voce qualche parola con un altro Istruttore. Dopo quella serata in vasca, ricca di emozioni, sapevamo che la settimana successiva avremmo dovuto affrontare una lezione… da supereroi.
Se fino ad oggi, mi avete considerato, forse, preparato, tenete presente che non vi ho ancora raccontato l’episodio seguente.
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La prova consisteva nel predisporre la propria attrezzatura, completa di gruppo ARA, maschera, aeratore, pinne e zavorra, e passarla al proprio compagno (di supporto per un eventuale intervento) che l’avrebbe posizionata sul fondo della piscina, a cinque metri di profondità. Successivamente avremmo dovuto tuffarci ed indossare l’attrezzatura sul fondo.
Ma l’esercizio ha una sequenza ben precisa: bisogna effettuare un atto inspiratorio a bordo vasca, tuffarsi e, con una sola spinta di gambe e di braccia, raggiungere l’attrezzatura, per prendere contatto con l’erogatore ed allacciarsi la zavorra. La possibilità di respirare permette di tranquillizzarsi e procedere, poi, con le altre operazioni, allentando gli spallacci del GAV, per sollevare il gruppo ARA (composto da bombola, GAV ed erogatori), da indossare, facendo attenzione a non incastrare le ‘fruste’ degli erogatori e del manometro. Gli spallacci devono poi essere adattati, per aderire al corpo e, successivamente, possono essere indossate le pinne e la maschera può essere svuotata.
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Una volta apprese le fasi dell’esercizio, formammo le solite coppie, in attesa del via da parte dell’istruttore. Questa volta toccava a me cominciare e Luciano mi avrebbe supportato, aspettandomi in acqua, nel caso in cui avessi avuto bisogno di aiuto.
Il via da parte dell’istruttore arrivò e cominciai l’esercizio, tuffandomi dopo aver fatto un bel respiro. Con un movimento a rana raggiunsi la mia attrezzatura, posizionata sul fondo e mi allacciai subito la zavorra (un primo errore) per poi prendere contatto con l’erogatore (secondo errore).
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Allentai gli spallacci e sollevai il gruppo ARA per indossarlo ma, a quel punto, le fruste si posizionarono tra la mia schiena ed il GAV e recuperarle divenne impossibile. Cercai di ripetere da capo la manovra ma, a causa dell’ansia, anche il secondo tentativo non andò a buon fine.
L’esecuzione dell’esercizio risultava essere più complicata del previsto e non volevo arrendermi ma…
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