SUBACQUEI… SI NASCE! (PARTE QUINDICESIMA)

19 Luglio 2016 - Redazione

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Terminati i tre esercizi programmati, il primo, svuotamento della maschera, ovvero togliersi la maschera dal viso e rimanere per qualche istante senza vedere quasi nulla, occhi aperti a contatto con l’acqua di mare che si irritano leggermente ma niente di allarmante. Basta pensare a quando facciamo il bagno in mare e ci capita di immergerci sott’acqua per vedere qualcosa che ha attirato la nostra attenzione, (i bimbi, ad una certa età per gioco lo fanno con disinvoltura e lo fanno nel modo giusto perché hanno ancora un inconscio ricordo dei mesi trascorsi nella “pancia” della mamma).

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Dovevamo rimetterci la maschera sul viso e svuotarla, facendo una leggera pressione sul bordo alto della maschera e in contemporanea soffiando aria dal naso ed alzando il viso verso l’alto, tenendo la parte inferiore della maschera lievemente staccata, permettendo così all’aria soffiata dal naso di uscire insieme all’acqua e di lasciare la maschera vuota. Ovviamente le prime volte si può incontrare qualche difficoltà, e noi che questi esercizi li avevamo provati per mesi, nonostante le prove, incappammo in qualche difficoltà durante l’esercizio, ma nulla di preoccupante. L’istruttore con veloci e precisi movimenti, riportò tutto e tutti alla normalità.

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Il secondo esercizio consisteva nel recuperare il secondo erogatore (il primo erogatore, fonte d’aria, sempre in bocca) con un movimento chiamato “ pendolo”. Dovevamo portare indietro il braccio destro lungo tutto il corpo e con un movimento simile al pendolo, recuperavamo l’erogatore e lo sostituivamo con quello che avevamo in bocca, facendo un atto respiratorio e una breve apnea per permettere la sostituzione e in questo esercizio. Lo completammo senza nessuna difficoltà. Per completare il terzo esercizio dovevamo inginocchiarci sul “fondo” e toglierci le pinne (prima una, poi l’altra) e rimetterle come se avessimo dovuto calzare delle scarpe, facile a dirlo, molto meno a farlo. Con qualche ridicolo e goffo movimento a turno ci ritrovammo lunghi e distesi sul “letto” del mare e anche quì, l’intervento della nostra “Chioccia” fu risolutivo e dopo qualche minuto di impedimento totale da parte di tutto il gruppo, tutti, riuscimmo a concludere l’esercizio… l’istruttore si accertò della nostra scorta di aria guardandoci il manometro e decise a gran sorpresa di portare tutto il gruppo a fare una piccola esplorazione marina, formammo rapidamente le coppie e …

alla prossima puntata…

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