…terza puntata
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di fatto quelle due, ancora oggi nel 2015, non le abbiamo dimenticate.
La prima prova, la “vestizione”, consisteva nel portare sul fondo della piscina a cinque metri la nostra attrezzatura (composta da maschera, boccaglio e pinne) risalire in superfice per prendere aria e tornare di nuovo sul fondo della piscina con una “capovolta” efficace.
A quel punto una volta calzate le pinne svuotato la maschera potevamo uscire con la testa a pelo dell’acqua e far vedere la maschera vuota all’istruttore. Spiegandola a parole può sembrare, senza dubbio una cosa facile da farsi, ma vi assicuro non lo è!
La seconda invece era il “recupero oggetti”:quattro cubetti di metallo, posti sul fondo della vasca e resi visibili grazie ad una guaina gommosa color rosso.
L’istruttore, lasciava cadere in acqua gli “oggetti”, più o meno tutti vicini, e singolarmente ad un suo segnale dovevamo entrare in acqua e iniziare l’esercizio. Anche in questo caso era necessaria una capovolta per raggiungere il più possibile il fondo della vasca, con il minimo sforzo e dispendio di aria. Recuperato il primo si poteva riemergere per riprendere aria e tornare subito dopo a recuperare gli altri! Questo per quattro volte consecutive, senza l’ausilio della maschera e delle pinne, e come le prove precedenti solo pochi allievi riuscirono a superarla.
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Superate le prove più difficili, ora, era il momento di concludere il percorso, con un esame di teoria basato sulla conoscenza di alcune leggi e principi di fisica.
Io e Danilo, concludemmo positivamente l’esame di teoria e finalmente era giunto il momento di indossare l’attrezzatura comprensiva di bombola.
Il nostro obiettivo si avvicinava sempre di più.
Una volta passato l’esame teorico, si poteva tornare in vasca ma non più nella “corsia di apnea”, bensì spostandoci nella corsia a centro vasca, quella adibita al corso di sommozzatore, (a quel tempo si chiamava così… ).
Quel venerdì sera, la nostra prima lezione di teoria era basata sul funzionamento degli erogatori e del GAV ( Giubbetto ad Assetto Variabile ) e in più dovevamo sottoporci a due prove in immersione.
Inevitabilmente durante la spiegazione, mi tornarono in mente tutti gli insegnamenti di Takis: basilari nozioni, che furono fondamentali anche per il corso che stavo seguendo.
In questo modo pensavo, senza timore, in quanto sapevo cosa dovevo fare! In pochi minuti, avevo finito di preparare la mia attrezzatura, potendo quindi aiutare il mio compagno che era in difficoltà e velocizzando la procedura. Con soddisfazione notai che l’istruttore mi stava osservando e sembrava piacevolmente sorpreso dalla mia manualità nella preparazione, ma non disse nulla!
La parte difficile comunque stava per arrivare e …
alla prossima puntata…
Antonio F.
in collaborazione con Marco B.
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