Tallinn, dove ho mangiato i migliori pancakes d’europa tra strade accidentate, palazzine medioevali e donne bellissime.

6 Ottobre 2016 - Redazione

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Le nuvole in cielo, bucate dai tetti appuntiti delle case, formano una scacchiera magica che fa passare solo pochi raggi solari ben scelti. Sicuramente i più luminosi.
Questi si schiantano con forza sul pavè sconnesso, calpestato fin dai tempi dai cavalieri medioevali. Coloro che questa città la resero grande nella metà del millennio passato.
Io cammino su questo umido pavimento con l’aria fresca di questa nuova avventura che mi accarezza il viso. Sulle mie spalle, il mio zaino è leggero, come la mia testa.
Succede sempre quando sono in viaggio, di sentirmi “leggero”, come diceva Ligabue quando ancora scriveva canzoni decenti.
Una leggerezza che mi fa essere felice, annientando la stanchezza dell’orribile volo appena concluso.
I miei occhi si perdono tra le centinaia di stangone bionde che passano per la strada.
Tallinn si presenta così, e se l’apparenza non inganna sarà davvero una bella città da vivere.
Devo arrivare al mio ostello, dove ad aspettarmi c’è dopo tanto tempo, il mio compagno di viaggio.
Ebbene sì, questa volta non sarò un viaggiatore solitario, o almeno per queste prime tappe.
Metà di questi Baltici saranno esplorati con uno dei miei amici di infanzia. Francesco, detto Brama.
Ma torniamo a Tallinn, e al suo pazzo ostello.
Ci ritroviamo in un ostello gestito da dei pazzi. Tutti, a parte una ragazza, sono volontari.
Cioè, lavorano gratis per l’ostello che in cambio dà vitto e alloggio. Principalmente questi sono viaggiatori che decidono di fermarsi nella città che li ha colpiti in qualche modo.
In questo ostello ci lavorano, principalmente australiani, ma anche un ragazzo francese e un canadese.
Ci accolgono con una gelata birra e con l’immediata proposta di fare un pubcrawl la sera stessa.
Il pubcrawl è nient’altro che un’attività organizzata dagli ostelli per fare un tour dei vari pub della città. Lo scopo principale, beh è ovvio, è bere a dismisura.
Ma questa sera decidiamo di passare la mano, nel frattempo conosciamo quattro ragazzi svizzeri che hanno iniziato il loro interrail. Ci facciamo una partita di beer pong con loro e usciamo a berci qualcosa fuori. Non so come, ma riescono a trascinarci in un orribile club, che abbandoniamo in fretta e furia nel giro di cinque minuti, decidendo di tornare in ostello.
La mattina dopo, il risveglio portò con sé una gran fame. Brama, che si era sicuramente informato più di me sulle cose da fare in città, voleva provare un posto dove facevano dei pancake favolosi. Tutti gliene avevano parlato positivamente, cosi, finalmente, ci immergiamo per le strade di questa città.
Come per il giorno del mio arrivo, si respirava aria fresca, però, a differenza di ieri, il cielo era completamente vuoto, mostrandosi in tutto il suo azzurro.
Dopo esserci persi chissà quante volte, e aver seguito delle indicazioni che ci hanno fatto fare il giro più largo possibile (scoprendo così che Tallinn è grande quanto un pugno), ci ritroviamo finalmente nel famoso ristorante dei pancakes.
Il locale si chiama Kompressor, seduti ai tavoli ci sono sia turisti che gente locale. Ma soprattutto dei magnifici ed enormi pancake. Il menù ne offre di ogni tipo, sia salati che dolci.
I più famosi sono sicuramenti, quello con il bacon e il formaggio affumicato, pollo con formaggio e quelli dolci classici, come fragole con il gelato sopra.
Aspettiamo quindici minuti prima di trovar posto e poi ordiniamo. Una volta chiesto i pancake, entrambi con il bacon e il formaggio affumicato aspettiamo una buona mezz’ora facendoci intrattenere da una soap opera in russo con sottotitoli in estone.
Gli attori sono di una bruttezza rara nel recitare.
Ma finalmente, dopo 45 minuti arrivano i nostri pancake, e dire che sono squisiti è riduttivo.
Nella mia bocca si scatena una sorta di esplosione di gusto e libidine.

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Il bacon croccante che si sposa alla perfezione con il formaggio affumicato sciolto.
Se andate a Tallinn, non potete perderveli.
Dopo quindici minuti di battaglia, e con molta fatica, riesco a finire il mio piatto.
Sono sazio, e decisamente soddisfatto del mio “brunch”.
Il resto della giornata, la passiamo a vagolare per questa magnifica città senza una meta precisa.
Ci ritroviamo nel punto più alto della città vecchia, e davanti a noi appare una vista su tutta Tallinn.
Il cielo è rimasto tale e quale a quando siamo usciti dall’ostello.
Azzurro che più azzurro non si può.
Continuiamo a visitare la città, finendo nella piazza principale. Che se non fosse invasa da ristoranti, sarebbe anche una piazza davvero carina e suggestiva con tutte le cose di colori diversi, ma che, per colpa degli immensi tendoni dei ristoranti, perde molto il suo fascino.
Ormai è sera e decidiamo di tornare in ostello. Ad aspettarci ci sono i ragazzi svizzeri. Questa sera faremo un bel pubcrawl, per vedere un po’ cosa sa offrire di notte questa città.
Mangiamo una pasta al volo cucinata in ostello, ci facciamo una doccia, e saliamo nella living room, pronti per il power hour.

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Per “power hour” si intende, un’ora dove si può bere illimitatamente (in questo caso birra) per un’ora precisa. La maggior parte delle persone si uniscono ai giochi per bere, che sono un classico negli ostelli. Finita questa ora si esce e si vagola per i migliori pub di Tallinn.
Ne giriamo all’incirca cinque, ma uno in particolare coglie la mia attenzione.
Un locale dove le pareti erano in parte colorati con vernice fosforescente, e con i cocktail serviti delle provette da laboratorio. Davvero interessante e soprattutto suggestivo. Iniziai a bere con la combricola che ormai si era formata. Una provetta dopo l’altra, fino a quando per chissà quale stupida ragione, decidiamo tutti assieme di tornare nel club di ieri sera.
Il resto di ciò che succede là dentro è di poco conto, e soprattutto di poca memoria.
La mattina dopo, con una testa pesante come un macigno, decidiamo di tornare a fare brunch nel nostro ormai ristorante di fiducia. Con noi c’è anche Kate, una ragazza inglese.
Conoscendo la pienezza dei pancakes ne prendiamo due salati in tre, e poi ce ne concediamo uno dolce come dolce.
Finito il brunch ci facciamo una camminata per la minuscola città, e poi decidiamo di tornare in ostello per prepararci per il viaggio verso Riga, prossima tappa di questo viaggio, che si scoprirà essere piena di sorprese esplosive.

Il Bardo

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