Non poteva che essere Franco Perlotto, uno dei re dell’alpinismo italiano e noto pioniere del free climbing, ad accettare una sfida come quella della rinascita del Rifugio Boccalatte, uno dei più noti del Montebianco. Sono stati necessari due anni di attività per rimettere in sesto la struttura, tornata a vivere anche grazie al supporto del CAI Torino, e ora il rifugio è nuovamente pronto ad accogliere gli alpinisti di tutto il mondo.
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La chiusura del rifugio si era resa necessaria nel 2009, dopo l’accertamento di un distacco imminente di un seracco lungo la via di accesso. Nonostante le critiche, il Sindaco di Courmayeur aveva deciso di garantire al meglio la sicurezza dell’area, optando per la chiusura temporanea per permettere una ristrutturazione importante.
Ora, finalmente, dopo la caduta del seracco pensile, il rifugio torna a vivere, grazie alle cure del noto alpinista Franco Perlotto ed al fattivo supporto del CAI Torino. Il Boccalatte-Piolti, alla base delle Grandes Jorasses.
Dopo sette anni ha riaperto lo storico rifugio Boccalatte-Piolti, alla base delle Grandes Jorasses, si trova su un impressionante sperone di roccia che permette una vista mozzafiato, a 360 gradi. Il primo avamposto risale al 1881, quando il CAI costruì una piccola capanna di legno, trasformata poi in un edificio in muratura negli anni ’30, dedicato alla memoria di Gabriele Boccalatte, uno degli alpinisti torinesi più noti all’epoca che, insieme al compagno Mario Piolti, fu travolto ed ucciso, nel 1938, da una scarica di sassi sull’Aiguille de Triolet.
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La via di accesso ad uno dei primi rifugi costruiti sul versante italiano del Monte Bianco si snoda lungo un percorso di circa 4 ore, adatto ad escursionisti esperti (EE) e dotato di una struttura a corde fisse lungo il tratto finale. L’arrivo sulla penisola rocciosa che ospita la struttura, posta tra i ghiacciai di Plampincieux e Grandes Jorasses, permette di godere di un panorama mozzafiato che Perlotto conosce bene. “Ho dato la mia disponibilità […]per poter finalmente tornare a vivere la montagna in modo integrale” ha dichiarato l’alpinista vicentino che ama ‘divorare orizzonti a morsi’. Grazie ai lavori di ristrutturazione degli ultimi mesi, la riapertura è stata garantita nei tempi previsti. Il rifugio, accessibile esclusivamente ad alpinisti di grande esperienza, continua la sua storia confermandosi presidio di accoglienza di base ed importante punto di riferimento per chi affronta le Grandes Jorasses. Una meta sul versante italiano davvero imperdibile ed indimenticabile dal punto di vista paesaggistico.
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