Sono una delle attrazioni turistiche più visitate in moltissime città che, per un motivo o per l’altro, ospitano o ospitarono comunità ebree importanti. La segregazione delle società antiche, la persecuzione durante la storia o la forte incompatibilità culturale di questa comunità sono alcuni dei fattori che favorirono la creazione di piccole città all’interno delle grandi metropoli. Oggi, quartieri o ghetti, ci sono arrivati intatti per imparare e capire la storia, la loro storia, piena di curiosità.
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1- Kazimierz, Cracovia
Qui Spielberg girò alcune delle migliori sequenze de Shindler’s List. Chiamato anche Casimi, anticamente separato dalla città da grosse mura, il quartiere affonda le sue radici nel 1215, quando tramite il IV Concilio di Laterano il papa Innocenzo III ordinò di separare la comunità ebraica da quella cristiana. Si edificarono bagni purificatori, sinagoghe e un cimitero ancora visitabili. L’occupazione nazista fece strage e il quartiere restò praticamente disabitato. Ma attenzione, una cosa è il quartiere e un’altra il ghetto. Attualmente, oltre alle visite storiche dentro Kazimierz, vale la pena avvicinarsi al suo mercato o entrare in uno qualsiasi dei suoi caffè, bar o ristoranti ebrei.
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2- Williamsburg, New York
Non è solo la zona degli hipsters o della fauna che ha ispirato la serie tv Girls, è anche il quartiere della comunità ortodossa di ebraismo chassidico Satmar. Due mondi contrapposti nello stesso Williamsburg, che a sua volta è dentro un quartiere molto più grande come quello di Brooklyn. Uomini agghindati con redingote e cappelli neri, barba e boccoli, donne attente a non mostrare i capelli o la pelle scoperta. Un interessante scontro di contrasti.
3- Erzsébetváros, Budapest
L’importanza storica di questo XVII° distretto situato sulla sponda orientale del Danubio, nella zona di Pest, è indubbia, per essere stato uno dei ghetti più rappresentativi dell’Olocausto e per la presenza di un gioiello architettonico come la sinagoga di Dohány, la seconda più grande del mondo e la più grande d’Europa. L’insieme si completa giusto dietro questa con il Tempio degli Eroi, dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale, al quale si aggiunse il monumento “Albero della vita”, dedicato agli ebrei scomparsi a causa del nazismo. Lì vicino si trova anche il Museo Ebraico. E per svagarsi, consigliamo i ruin pub, i migliori “bar in rovina” della città.
4- Hervás, Cáceres
“A Hervás, la maggior parte sono ebrei”, dice una frase spagnola. Una particolarità rurale nella Rete di Quartieri Ebraici di Spagna “Caminos de Sefarad”: un paesino che conserva fedelmente il suo quartiere dove una cinquantina di famiglie ebree vissero e svilupparono la loro attività dal XII secolo fino alla loro espulsione nel 1492. Viuzze di pietra e case di legno e mattoni costituiscono il suo insieme storico-artistico, compresa la strada “più stretta del mondo”, a senso unico.
5- Balat, Istanbul
Uno dei rifugi della comunità sefardita nell’Impero Ottomano e nella sua capitale, in suolo europeo, Kuzguncuk sul territorio asiatico. Sulle sponde del Corno d’Oro, il triangolo formato dal quartiere greco (Fener), bulgaro (Fatih) ed ebreo rappresenta non solo una parte della multiculturalità della città, ma anche uno dei suoi angoli più pittoreschi per le sue strade ripide e i suoi imponenti edifici religiosi.
6- Josefov, Praga
Uno dei più rappresentativi del mondo, si ordinò di murarlo e trasformarlo in ghetto già nel 1096 col primo pogrom. Non fu l’unico né il più spaventoso sofferto da una comunità che non poté scappare dal suo destino durante lo sterminio nazista, e che non poté avvalersi del Golem, la cui argilla si troverebbe nella sinagoga Vecchia Nuova. Visite obbligate sono: il Museo Ebraico, la Sinagoga Spagnola, il cimitero ebraico più antico d’Europa e la casa natale di Franz Kafka.
7- Pletzl, Parigi
Da quando fu espulsa la comunità del centro storico parigino, il suo insediamento ebbe luogo in successive ondate, provenienti anche da altre parti del mondo, nell’attuale IV distretto, fino a formare la maggior densità di popolazione ebrea d’Europa. Intorno all’emblematica Rue des Rosiers si susseguono per strade strette sinagoghe e ristoranti, boutiques e sale da tè, salumerie e bar gay, negozi di dolci o angoli da visitare, come il Museo di Arte e Storia o la libreria della Società Ebraica Giudaica. A Le Marais uno impara e si diverte.
8- La Mellah, Marrakech
Anche se il quartiere ebraico cinto di mura più antico in Marocco si trova a Fez, anche quello di Marrakech è molto antico (XVI secolo) e interessante. Adiacente al Palazzo Reale, al sud della medina (città vecchia), conserva bene la sua rete di strade con edifici alti e colorati. La popolazione ebrea è diminuita molto, ma il suo patrimonio urbanistico e architettonico rimane, come la Place des Ferblantiers, il mercato coperto, il suk di spezie, il cimitero e un paio di sinagoghe quasi inavvertite.
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