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Il reato di stalking depenalizzato per una svista: scopri di più

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Cosa si intende per stalking depenalizzato? Nella legge attuale è presente una vera e propria “falla” che potrebbe offrire preoccupanti opportunità a chi si macchia di questo grave reato.

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Si sta parlando sempre più frequentemente di stalking depenalizzato, un’espressione che suona quasi beffarda in un periodo in cui questo reato si sta rivelando tremendamente diffuso, ebbene oggi gli stalker potrebbero usufruire di una grave pecca che contraddistingue il codice penale.

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Lo stalking: un reato di grande gravità

Prima di entrare nel dettaglio è utile sottolineare che lo stalking è un reato che è stato riconosciuto tale, in Italia, da tempi relativamente brevi, ovvero esattamente dal 2009, e da tale anno le denunce sono state tantissime. Lo stalking è spesso un comportamento subdolo il quale può assumere delle peculiarità molto diverse: lo stalker ha in sostanza come obiettivo quello di perseguitare una persona in svariati modi al fine di privarla della sua serenità e di turbarne il benessere psicologico, arrivando spesso rendendole complicato lo svolgimento delle sue normali attività quotidiane.
Come non sottolineare peraltro che lo stalking si rivela in tantissime occasioni un’anticamera di reati ancor più gravi, come possono essere ad esempio episodi di aggressione fisica o perfino di omicidio, alla luce di questo il fatto che si parli di stalking depenalizzato preoccupa non poco.

La legge di riforma del codice penale

Entriamo nel dettaglio della notizia: il 4 agosto 2017 è entrata in vigore la legge di riforma del codice penale, nella quale è stato stabilito che chi commette alcune tipologie di reato può perseguire delle “condotte riparatorie” al fine di porre rimedio a quanto commesso. Tra i reati in questione purtroppo figura anche lo stalking, ciò significa che uno stalker potrebbe porre rimedio a quanto commesso attraverso una semplice sanzione economica.
Lascia particolarmente perplessi, inoltre, il fatto che lo stalking depenalizzato può riguardare anche atti persecutori gravi, come possono essere ad esempio minacce commesse con armi o addirittura episodi che coinvolgono persone minorenni.

L’allarme lanciato dai sindacati

Già nel mese di giugno, quando la legge di riforma del codice penale è stata approvata a Roma, si erano sollevate delle perplessità, con CGIL, CISL e UIL che hanno immediatamente denunciato il problema, tuttavia ad oggi non vi è ancora stata alcuna manovra correttiva. L’avvocata Anna Maria Busia, attivamente impegnata nella difesa di numerose donne vittima di violenza, ha affermato che sarebbe sufficiente un emendamento per porre rimedio allo stalking depenalizzato, e auspica ovviamente che il Governo provveda al più presto.

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Ultima modifica 4 de Gennaio de 2018

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