Civita di Bagnoregio è un luogo incantato su un piccolo sperone roccioso. Domina la vallata in una dimensione quasi fantastica. Il soprannome di città che muore deriva dall’erosione che minaccia di farla scomparire.
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Se pensate a un borgo lontano dal resto del mondo e quasi inaccessibile Civita di Bagnoregio rappresenta perfettamente questa idea. La città che muore, soprannome con cui è conosciuta, si trova nel Lazio ed è immersa nella Valle dei Calanchi, a metà tra la Valle del Tevere e il lago di Bolsena.
Tutti gli anni viene inserita nelle classifiche ufficiali dei borghi più belli d’Italia e decidendo di vistarla approverete senza alcun dubbio l’attribuzione di questo importante riconoscimento. Il flusso turistico è molto intenso, nonostante le piccolissime dimensioni del borgo, proprio a causa delle caratteristiche che lo rendono davvero unico.
Sorge su uno sperone roccioso che sovrasta la valle. Se non ci fosse il lungo viadotto pedonale sarebbe del tutto scollegata dalla civiltà. Basti pensare che nel 2011 si stimava la presenza di appena 16 abitanti. Il ponte che collega la città alla strada è stato eretto nel 1965 e si può solo percorrere a piedi, con pochissime eccezioni per i residenti.
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Civita di Bagnoregio è conosciuta in tutto il mondo come la città che muore. Questo appellativo porta con sé un significato molto importante che è effettivamente alla base di un enorme problema geologico. Tutta l’area intorno a Bagnoregio è interessata dal fenomeno delle continue frane e dell’erosione.
La formazione del territorio è costituita da due distinti strati che appartengono ovviamente a fasi diverse. La base del terreno è argillosa e qui l’erosione si fa sentire con maggiore rilevanza. Negli strati superiori invece il materiale è lavico e tufaceo. Ciò che mette costantemente a repentaglio la città che muore è appunto l’erosione causata dall’azione dei torrenti e dai naturali agenti atmosferici.
C’è un altro fattore determinante che invece è opera dell’uomo, ovvero il disboscamento, tutte queste azioni dell’uomo stanno mettendo a rischio moltissimi siti, non solo in Italia ma nel mondo.
A Bagnoregio si incrociano storie e tradizioni altisonanti. Dagli etruschi ai templari, passando per i pellegrini che tornavano dalla Terra Santa e dal medioevo, la città che muore conserva ancora oggi tutte queste importanti testimonianze. Gli Etruschi la fondarono circa 2500 anni fa e il centro abitato ne mantiene numerose peculiarità.
In epoca medievale la città che muore venne ristrutturata, anche perché si conosceva già la problematica dell’erosione. I romani erano molto sensibili a queste criticità e misero in atto una serie di importanti interventi.
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