L’uomo è da sempre alla ricerca della felicità. Dopo i romanzi di fantascienza che suggeriscono come distinguere gli androidi dagli esseri umani, potremmo aggiungere un metodo infallibile: chi cerca la felicità è sicuramente un essere umano.
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Ma qual è la formula della felicità? Fossimo androidi potrebbero programmarci per essere felici, ma nella nostra condizione possiamo solo seguire qualche buon consiglio.
Innanzitutto, i soldi fanno la felicità?
Sembra di si, se si sa come usarli. Secondo gli studi di un celebre studioso americano di filosofia cognitiva, Gilovich, non portano la felicità i soldi spesi in cose, piuttosto ci rendono felici i soldi spesi in viaggi.
Quindi? Una vita in vacanza per essere felici: sembra un banalità, ma non lo è, si chiama turismo esperienziale.
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Accumulare esperienze di viaggio è creare la nostra identità. Infatti, secondo Gilovich, quando compriamo beni materiali, essi ci restituiscono una felicità minima, limitata al momento dell’acquisto fintantoché non ci abituiamo alla loro presenza.
Le cose ci accompagnano, ma non diventano parte di noi: non costruiscono la nostra identità, non sono esperienza. Ciò che veramente ci forma e fa parte di noi sono i momenti di vita vissuta, di viaggio e di scoperta. La routine, per esempio, non fa la felicità per il semplice motivo che non porta con sé niente di nuovo, non è stimolante, ferma l’evoluzione della nostro essere.
Gilovich parla di building experience, cioè esperienze che ci costruiscono e quindi sono parte di noi. “Noi siamo la somma delle nostre esperienze”, quindi per essere felici, per essere noi stessi è importante viaggiare, scoprire, sperimentare.
Il bello dei nostri tempi è che viaggiare è sempre più facile e alla portata di tutti. Certo, pensiamo alla fortuna di chi può permettersi di viaggiare per una vita senza lavorare, ma rimanendo con i piedi per terra, è sufficiente un weekend fuori porta o una gita di un giorno.
Non ci credete?
Eppure è così. Non importa quando dura un viaggio, importa la qualità del viaggio e della scoperta. Ciò che conta è interrompere la routine, abbandonare la concretezza delle cose e conoscere la novità. Migliorare la qualità della nostra vita è il segreto della felicità. E oggi possiamo migliorare facilmente: basta qualche giorno di immersione in un’altra realtà, cogliere il senso di un luogo che non conoscevamo o pensavamo di conoscere.
Il cuore di un territorio sono le persone e i prodotti di quella terra. Perché rimanere sempre sui propri passi? Non chiudetevi su voi stessi, potenziate la vostra identità e siate felici!
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