“Anche gli dei amano gli scherzi” (Platone).
Come dare torto al grande filosofo greco, visto che fare e subire scherzi ci rende spensierati e ci fa tornare fanciulli. Proprio come avviene il primo aprile con il rito del pesce d’aprile.
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Sono tante le teorie sulla nascita di questa usanza, da quella che ne riporta l’origine alle feste romane dei saturnali o dei veneralia, a quella che ne coglie l’origine in Egitto quando Cleopatra fece realizzare un pesce in pelle di coccodrillo per vendicarsi della burla di Marco Antonio. I più fantasiosi individuano come genesi del pesce d’aprile la leggenda della dea del grano Proserpina rapita da Plutone e cercata invano dalla madre ingannata dalle astuzie di una ninfa.
La tesi storica vuole la nascita del pesce d’aprile in Francia ai tempi di Carlo IX. Prima dell’adozione del calendario gregoriano dal 25 marzo al 1 aprile si festeggiavano gli ultimi giorni dell’anno: quando fu adottato il nuovo calendario nel 1564 la popolazione, poco incline ai cambiamenti, continuò a festeggiare in modo però alternativo, organizzando finte feste o scambiandosi scatole regalo vuote con solo un biglietto destinato ai più creduloni.
Qualunque ne sia l’origine, il pesce d’aprile è un rito che si è diffuso presto in tutto il mondo: nei paesi anglosassoni è conosciuto come “April Fool’s Day” in riferimento a quello che era il giullare di corte medioevale; nei paesi germanici è noto come “Aprilscherz”; nel Nord Europa lo scherzo deve essere fatto prima di mezzogiorno per non essere di cattivo augurio.
Come non ricordare poi la spaventosa beffa attuata da Orson Welles quando, durante un programma radiofonico della CBS nel 1938, annunciò l’arrivo degli alieni: andò in onda non il primo aprile ma il 31 ottobre per problemi tecnici, tuttavia l’impatto sulla gente fu davvero enorme tanto che abboccarono, appunto, come pesci.
In Italia c’è la tradizione di attaccare alle spalle della “vittima” un pesce disegnato: è dalla Genova del XIX secolo che si è diffusa questa divertente usanza nel Belpaese, città portuale crocevia delle culture più diverse.
In Scozia il pesce d’aprile dura ben due giorni: il “Gowkie Day” cioè il giorno dello sciocco ed il divertente “Taily Day” durante il quale la vittima dello scherzo riceverà un “simpatico” calcetto, su invito del cartello appeso furtivamente alle sue spalle con la scritta “kick me” cioè “dammi un calcio”.
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Il rito del pesce d’aprile in India coincide con la festa di “Huli” del 31 marzo quando, con la scusa di festeggiare l’arrivo della primavera, la gente si lascia andare a scherzi e simpatiche prese in giro.
In Portogallo la domenica e il lunedì prima della Quaresima sono dedicati allo scherzo e chi si troverà in terra lusitana in quel periodo è bene sappia che la probabilità di ritrovarsi completamente infarinato è molto alta.
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