Amore, gioia, divertimento ma soprattutto colori: questa è l’Holi Fest, l’evento indiano più antico e anche più desiderato non solo nella stessa India ma anche in Nepal e in Pakistan.
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In occasione dell’Holi Fest in ogni villaggio, città e tempio l’allegria divampa tra canti, balli e folcloristiche processioni con sgargianti colori che fluttuano letteralmente nell’aria.
Durante i due giorni di festa, che si svolge nel mese di marzo, ogni rigida regola e ogni differenza tra classi sociali svaniscono e ricchi e poveri così come donne e uomini festeggiano e scherzano insieme “sporcandosi” doverosamente di colore come buon augurio: la tradizione vuole che le polveri colorate debbano restare attaccate ai corpi, cosicché le si mescola con della semplice acqua che fa da vero e proprio collante.
E se si pensa che i pigmenti vengano scelti per puro caso si commette uno sbaglio, perché ogni colore ha un profondo significato nella cultura induista: ad esempio il rosso simboleggia l’amore e la gioia, il verde rappresenta l’armonia, il blu la vitalità e l’arancione l’ottimismo.
Si parla di tradizioni e di buon augurio perché l’Holi Fest è nata in un lontano passato (iscrizioni rupestri ritrovate nel nord dell’India la datano nel 300 a.C.) per propiziare un buon raccolto e per accogliere la primavera dopo l’inverno, simboleggiando così la vittoria del bene sul male.
La notte che precede la festa è dedicata ad Holika e per le strade si accendono falò a simboleggiare la vittoria del bene con lo scopo di cacciare gli spiriti maligni: non per caso il termine holi significa “brucia”.
Il giorno dopo, denominato Dhulhendi, è quello dedicato allo sfrenato divertimento e alla gioia, accompagnato poi da bevande che rendono l’atmosfera ancora più licenziosa come il thandai ma soprattutto il bhang a base di cannabis.
Tutte queste tradizioni sono strettamente legate alla mitologia induista e alle figure di Krishna e di Holika.
Krishna per gli induisti è la reincarnazione del dio Vishna; crebbe allegro e scanzonato in un semplice villaggio dove aveva l’abitudine di scherzare e gettare polvere colorata addosso alle giovani e soprattutto sulla sua amata Radha di cui invidiava il candore della pelle: è per questo che l‘Holi Fest è considerata anche la festa degli innamorati.
La figura di Holika Dahan è legata a quella del fratello Hiranyakashipu, il terribile demone che chiese aiuto alla sorella (che si credeva immune al fuoco) per uccidere arso vivo suo figlio Prahlada colpevole di adorare il dio Vishna; ma la fede di Prahlada in Vishna lo salvò, mentre la crudele Holika morì incenerita e i falò rappresentano proprio questo solenne momento.
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