HOBBITON: la contea esiste e si trova in Nuova Zelanda

22 Novembre 2017 - Redazione

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Chi ha letto “Il Signore degli Anelli” o “Lo Hobbit” non può non aver sognato almeno una volta di visitare la Contea: ebbene può farlo volando in Nuova Zelanda, direttamente a Hobbiton.

L’Isola del Nord, in Nuova Zelanda, sembra proprio la terra di mezzo: praterie di un verde smeraldo, alte montagne e vulcani che richiamano la terrificante Mordor. Non sorprende che qui, alle falde dei Kaimai Range, a due passi dalla cittadina di Matamata sorga una fetta di contea, Hobbiton altrimenti detta Hobbiville.
Questo luogo lussureggiante, noto in loco per l’allevamento di cavalli e per la produzione agricola, ha colpito tanto il regista Peter Jackson da portarlo a sceglierlo per ambientare la versione cinematografica de “Il Signore degli Anelli” prima e de “Lo Hobbit” poi, in quelle scene che vedevano Frodo, Sam , Pipino e Merry vivere serenamente nella loro amata Contea.
Quello che si presenta al visitatore non è una ricostruzione totalmente artificiosa, in quanto tutto si svolge nel fiabesco e bucolico territorio della fattoria di proprietà della famiglia Alexander con qualche aggiunta. La costruzione di quello che è nato come set cinematografico iniziò nel 1999 e comprese la realizzazione del mulino, del pittoresco Pontelagolungo sul quale Gandalf arriva col suo carretto carico di fuochi pirotecnici, della taverna di Lungacque “Green Dragon Inn” dove Sam e Ted sabbioso discutono dell’esistenza degli elfi, e delle le tipiche case hobbit.

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Il visitatore ha l’opportunità di visitare Hobbiton nel corso di un tour guidato della durata di 2 ore e mezza, durante il quale si percorrono strade pittoresche ricchissime di dettagli fiabeschi quali zucche che spuntano tra fili d’erba, carriole e bancarelle di legno con leccornie varie esposte, cassette della posta e abiti stesi. Si è persino importata una grande quantità di foglie artificiali da Taiwan, verdissime, per rendere ancora più lussureggiante Hobbiton. Queste vie si insinuano tra le leggendarie “smial” che venivano descritte da Tolkien come buchi sottoterra ma tutt’altro che sporchi e bui quanto comodi e degni di un hobbit. Per riprodurre le porte e le finestre tonde è stato utilizzato compensato e polistirolo, opportunamente dipinti di colori sgargianti.

Gli unici ambienti visitabili anche all’interno sono però solo la locanda “Green Dragon Inn” ricchissima di dettagli e di legni intarsiati dove è possibile degustare gratis una fresca birra, e ovviamente Casa Baggins dominata da una quercia reimpiantata appositamente sul posto: sembra quasi che da un momento all’altro Bilbo Baggins possa apparire per sedersi sulla panchina a fumare erba pipa e fare anelli di fumo a guardare quella via “senza fine…fuggita in avanti” che ha ispirato la canzone di Bilbo che i veri tolkeniani conoscono.

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