Carnevale e rappresentazioni teatrali, riti religiosi e festività popolari: qual è l’elemento comune? Le maschere, naturalmente. Ecco le cinque maschere tradizionali più assurde del mondo.
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Realizzate in legno, piume e altri materiali naturali, le maschere della tradizione africana sono legate per lo più a significati religiosi. La loro realizzazione, infatti, è ispirata alle figure di spiriti della natura, demoni e divinità che popolano la tradizione religiosa della tribù: indossare la maschera, durante danze e rituali ben precisi, ha lo scopo di mettere in contatto l’uomo con il mondo ultraterreno.
Le maschere tradizionali della Cina hanno una storia millenaria, nella quale si incatenano figure, gesti e colori che conservano precisi significati simbolici. Ogni maschera può essere quindi ”letta” come una precisa forma di espressione che può far capire allo spettatore attento le emozioni, le vicissitudini e i significati della scena o del rituale interpretato. Tra le più suggestive si annoverano quelle dei danzatori di riti esorcistici, create per spaventare i demoni e i fantasmi.
Capitare a Binche durante i giorni di Carnevale può essere un’esperienza suggestiva. Qui, infatti, la sfilata cittadina è animata dai Gilles, maschere tradizionali dall’aspetto davvero pittoresco. Si tratta di figure antropomorfe, con faccia bianca e lunghi baffi dipinti, che sfilano durante il solo giorno di Martedì Grasso in compagnia dei suonatori di tamburo. Questa maschera, ispirata a un personaggio dell’antica Commedia dell’Arte, è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità.
Le tradizioni popolari della Romania hanno conservato intatte, fino ai nostri giorni, una ricca cultura delle maschere. Tra le più interessanti si annoverano quelle ispirate alla realtà agricola, con forme di animali reali – come l’orso e il cervo – o immaginari. Non mancano, però, rappresentazioni di personaggi appartenenti alla vita quotidiana della società romena: gli sposi, il parroco o gli anziani sono solo alcune delle figure riprodotte dalle maschere, che sotto forma di danza inscenano vicende e situazioni del quotidiano.
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La Sardegna è una delle regioni italiane in cui si sono conservati i più antichi riti carnevaleschi. Tra le maschere tradizionali si ritrovano infatti figure grottesche e molto suggestive, che affondano le loro radici nella cultura agricola e riproducono buoi (Sos Boes), ma anche cervi e asini, maiali e contadini. Tra i materiali più utilizzati, le pelli di animale e il legno sono immancabili: la lavorazione tradizionale è rimasta immutata nel tempo e rappresenta una vera e propria arte nei paesi dell’entroterra dell’isola.
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