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In caso di pandemia, il rifugio ideale sarebbe un’isola ricca di risorse e tecnologicamente avanzata. I profili ideali? La Nuova Zelanda, l’Islanda e l’Australia. A dirlo è uno studio commissionato dall’OMS.
Le pandemie spaventano sempre di più gli scienziati
Secondo una ricerca commissionata dall’OMS, il nostro pianeta non sarebbe pronto a fronteggiare una nuova e violenta pandemia. Che il virus sia quello dell’influenza Spagnola, dell’Ebola o di una qualsiasi arma biologica, al momento esistono le condizioni per una diffusione dell’infezione su ampia scala. Qualora dovesse accadere l’irreparabile, vi siete mai chiesti su quale isola avreste maggiori possibilità di sopravvivenza? La risposta arriva da una ricerca condotta da un gruppo di scienziati dell’Università di Otago, Nuova Zelanda, che hanno stilato una classifica dei luoghi più sicuri e adatti a far ripartire la civiltà umana.
Le nazioni più indicate
Secondo questo studio, alcune nazioni insulari come l’Australia, la Nuova Zelanda e l’Islanda avrebbero tutte le carte in regola per permettere all’umanità di ripartire da zero: grosse riserve di energia e cibo, una popolazione abbastanza numerosa, un territorio ideale e strutture socio-economiche solide. Anche se qualche gruppo sparuto di persone potrebbe sopravvivere anche in aree molto più remote della terra, sarebbe quasi impossibile ricreare nel breve periodo una società abbastanza evoluta senza poter contare su risorse tecnologiche ed energetiche diversificate. Ecco perché il Paese più indicato è l’Australia, con un ranking pari a 0,71. L’isola scoperta da James Cook precede la Nuova Zelanda (0,68) e l’Islanda (0,64). Gli altri rifugi ipotetici hanno ottenuto punteggi nettamente inferiori. Tra questi, Giappone, Capo Verde, Malta, Barbados, Fiji, Cuba e così via.
Le caratteristiche che premiano l’Australia
Non sorprende che sia una nazione con un prodotto interno lordo elevato, autosufficiente in termini di produzione energetica e di cibo e, soprattutto, collocata in una località remota della terra, ad aggiudicarsi il primato. A differenza dell’Australia, l’Islanda dovrebbe migliorare l’autosufficienza alimentare (dal punto di vista energetico, invece, recupera molti punti), mentre altri Paesi sono stati penalizzati da problemi endemici come l’instabilità politica o l’esposizione a determinate minacce climatiche (le isole caraibiche sono soggette a violenti uragani stagionali). Insomma, pare proprio che in caso di catastrofi improvvise, l’Australia sia da considerarsi una sorta di ultima spiaggia!
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