Le isole Fær Øer sono il luogo civilizzato più surreale del pianeta: le pecore superano quasi gli uomini, la natura è dominante e le leggende perdurano nei secoli come quella di Kópakonan.
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Sull’isola di Kalsoy o “isola degli uomini”, una delle più remote e desolate dell’arcipelago, posta a sud-est dello stesso, ascolterete una triste leggenda legata a Selkie o Kópakonan. Tutto inizia in un passato lontano quando si credeva che, chi moriva di morte violenta o suicidandosi, si trasformava in foca. Una volta all’anno però questi esseri potevano ritornare nella loro forma umana per festeggiare gioiosamente fino al sorgere del sole, quando avrebbero dovuto reindossare la loro pelle di animale.
Foto: Wikipedia[/caption]
Si narra che una notte un giovane contadino del villaggio di Mikladalur scorse un gruppo di foche nuotare fino alla spiaggia e trasformarsi in esseri umani. Tra questi notò una donna bellissima e, per evitare di perderla, le rubò la pelle di foca nascondendola in un baule.
La donna, scoperto il furto, grazie all’olfatto giunse al contadino che, nonostante le suppliche, obbligò la fanciulla a sposarlo. Ebbero dei figli, ma il contadino teneva la chiave del baule sempre con sè, legata saldamente alla cintura fino al giorno in cui, in barca, si accorse di averla dimenticata a casa. A nulla valse la corsa verso casa: la donna era ormai sparita e tornò dal suo primo marito, anch’egli tramutato in foca, partorendo altri cuccioli.
La donna-foca però, in occasione del successivo periodo di mattanza delle foche, apparve in sogno al contadino supplicandolo di risparmiare la sua famiglia “marina”, descrivendola nei minimi particolari. L’uomo però non diede peso alla visione ed il marito ed i cuccioli di Kópakonan perirono; la loro carne arrivò proprio sulla tavola del contadino ma in quel momento la donna-foca, nelle sembianze terribili di un troll, sopraggiunse in casa e lanciò una maledizione: tutti gli uomini di Kalsoy sarebbero morti, giù dalla scogliera o in mare.
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Nonostante l’anatema, nel 2015 nel villaggio di Mikladalur è stata innalzata sulla costa una statua dedicata a Kópakonan, in acciaio inossidabile e bronzo: potrete osservarla in tutta la sua solidità, infatti è capace di resistere ad onde alte anche 13 mt.
Sappiate che l’isolotto ha solamente 12 km di strade e i soli quattro villaggi sono collegati da altrettanti tunnel. Percorrendo quello che porta a nord sbucherete a Trøllanes: si tratta di poche case che sorgono nel cuore di una valle verdeggiante, dimora dei leggendari troll e sferzata dagli elementi. Se cercate la vera pace interiore, allora non esitate, andate nelle isole Fær Øer .
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