Caffè espresso, un rituale tutto italiano
Pubblicità
Il caffè espresso è quello che probabilmente prendete al bar, lungo o ristretto che sia: preparato con una miscela di caffè Robusta e Arabico, filtrata ad altissima pressione con acqua bollente. Il gusto e l’aroma sono molto persistenti e decisi, senza contare la presenza della cremina color nocciola in superficie che rende la degustazione di questo caffè un vero piacere per i sensi. Si serve in una tazzina di vetro o porcellana abbastanza spessa per mantenere la temperatura del caffè, mentre il fondo preferibilmente ellittico serve a esaltare gli aromi della bevanda e a formare la cremina.
Bere una tazzina di caffè espresso, senza esagerare nelle quantità, ha molti benefici più o meno noti: è energizzante, stimola il sistema cerebrale e quello cardiovascolare, è un importante antidepressivo e aiuta a contrastare l’insorgenza di cancro o malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Pensate che quella che oggi è considerata una bevanda benefica, in passato era collegata al Diavolo, per via dei suoi effetti eccitanti. Sarà papa Clemente VIII nel ‘500 ad approvare il caffè, suggerendone il consumo anche ai cristiani più osservanti.
Storia delle macchine da caffè
Ci sono molte varianti del caffè espresso, da quello napoletano da bere bollente al Bicerin di Torino. Ma pochi sanno come si è evoluta la storia del caffè espresso e dei macchinari utilizzati per la sua produzione, ai quali è dedicato il museo MUMAC di Milano.
È stato Angelo Moriondo a presentare nel 1884 una macchina per fare il caffè in maniera più rapida, appunto espresso. Se prima infatti veniva fatto col vapore, regalando alla bevanda un poco gradevole sentore di bruciato, con il nuovo macchinario il caffè si produce a leva e un’alta pressione costante.
Il progetto del Moriondo fu in seguito perfezionato da Luigi Bazzera mentre il suo brevetto passò a Desiderio Pavoni, il quale inventò la macchina per fare il caffè espresso verticale con tanto di caldaia dove la pressione era mantenuta costante da un fornelletto a gas.
Arrivano poi le macchine di Achille Gaggia nel 1938: bisogna però aspettare gli anni ’80-’90 per assistere alla comparsa delle prime macchine da caffè espresso casalinghe. Prima infatti non erano solo molto ingombranti ma anche costose e solo i bar o qualche persona agiata poteva permettersele.
Pubblicità
Registrati per ricevere la nostra Newsletter
ISCRIVITI ORA ISCRIVITI ORALa funzione I MIEI PREFERITI è disponibile solo per gli utenti registrati. Accedi al tuo account o creane uno gratuito.
accedere all'area privata