Tra i paesi africani più interessanti l’Etiopia occupa certamente il primo posto: non solo paesaggi incantevoli ma soprattutto un mosaico di popoli ancestrali che si sono mantenuti incontaminati sino ad oggi.
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L’Etiopia sorge nel Corno d’Africa. Uno dei luoghi più selvaggi del paese è la Valle dell’Omo dove a regnare è la natura tra la foresta pluviale, la savana e i laghi come quelli della Rift Valley. Qui si nascondono tribù scoperte nel 1896 da Vittorio Bottego: da allora nei loro costumi e nei loro modi di vivere nulla è cambiato.
La Valle dell’Omo sorge a circa 600 km dalla capitale Addis Abeba: il vostro viaggio nell’umanità deve cominciare da Arba Minch, cittadina che domina i laghi Chamo e Abaya, separati tra loro dal colle “Ponte del Paradiso”.
Per il viaggio, da fare preferibilmente in 4X4, affidatevi ad un’abile guida e portate con voi qualche birr: se volete fotografare le tribù infatti vi chiederanno qualche moneta in cambio.
Incontrerete popoli insediatisi principalmente lungo le fertili rive del fiume: li accomunano la nudità interrotta da tatuaggi, i sacrifici corporali a cui si sottopongono, la poligamia e la dominazione dell’uomo sulla donna. Tutti indossano orpelli fatti di osso, legno o avorio e le loro acconciature sono vere opere d’arte: certamente in molti casi ad attrarvi di più saranno i piattelli labiali che adornano le labbra delle donne che, per indossarli, pare si sottopongano ad estrazioni dentali assai dolorose con tanto di scalpello.
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Presso il villaggio Chencha dei Dorze, abilissimi tessitori, fatto di capanne in bambù e foglie di banano, potrete assaggiare il pane kotcho o una bevanda alcolica, prodotti entrambi dalla radice del banano. La tribù Konso, intorno ai cui villaggi si stagliano splendide acacie ombrellifere, vi sorprenderà con statue lignee finemente intagliate, mentre nel villaggio Kolcho dei Karo vi ritroverete davanti a uomini imponenti e a donne che recano incisioni sull’addome con finalità adulatorie.
La tribù dei Surma è quella che vi apparirà con uomini guerrieri dai corpi dipinti di bianco: le loro donne in particolare, come anche quelle della tribù dei Mursi, hanno grandi piattelli di terracotta alle labbra.
Gli Hamer sono gli indigeni più famosi e le loro donne sono considerate bellissime: ne incontrerete alcune con i capelli agghindati in tante treccine spalmate di ocra rossa e burro e, qualora siano spostate, portano strette collane al collo. Se siete fortunati inoltre potrete assistere al “salto del toro”, prova di coraggio che permetterà ai giovani di passare all’età adulta, pena l’allontanamento dal villaggio.
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