Nel cuore del Giappone esiste un luogo dove poter alloggiare all’interno dei templi buddisti. Si chiama Koyasan, un paradiso di relax sospeso tra sacro e profano.
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Dai ritmi incalzanti e caotici delle metropoli giapponesi, ai luoghi che preservano la cultura tradizionale, nei quali lo scorrere del tempo è ancora scandito dall’alternarsi del giorno e della notte. Presso i grandi e silenziosi templi buddhisti del Sol Levante è possibile vivere ancora secondo i ritmi lenti e incessanti di madre natura. Si tratta di luoghi intrisi di sacralità ed immersi nel verde, lontani dai rumori delle città, ma tutt’altro che isolati dal resto del mondo: tutti, infatti, possono provare l’esperienza di soggiornare per qualche giorno all’interno di queste strutture e i monaci che vivono qui saranno ben lieti di accogliere gli ospiti che si mostreranno rispettosi della pace e della sacralità che regnano in questi luoghi.
Una delle destinazioni preferite da quanti vogliono vivere questa affascinante esperienza è Koyasan, un villaggio situato sulle pendici del Monte Koya, che annovera la bellezza di 117 templi. Le strutture religiose sono immerse in una fitta foresta di cedri, che fa da meravigliosa cornice ad un’esperienza memorabile. Koyasan sorge a poco più di 900 metri di quota, nella prefettura di Wakayama, a 50 km dalla città di Osaka. Ci troviamo nel cuore del Giappone, circa 500 km a sud-ovest dalla capitale Tokyo. La cittadina offre numerose alternative per alloggiare nei templi. Per richiedere ospitalità è necessario presentarsi all’ingresso della struttura e chiedere di essere accettati; la tradizione impone che l’ospitalità venga ripagata con un’offerta libera.
A poco più di due ore di treno da Osaka, sorge uno dei templi più suggestivi della regione. Ekoin non è un tempio per tutti: impone, infatti, alcune regole precise. Giunti in loco, sono gli stessi monaci a dare il benvenuto agli ospiti introducendoli alla spiritualità del luogo. I pellegrini vengono fatti alloggiare nello Shukubo, traducibile con l’espressione “dormire nel monastero”. Le scarpe devono essere lasciate all’ingresso, poiché è ammesso camminare soltanto in pantofole (“uwabaki”) e con la tradizionale veste da camera, detta yukata. Si dorme sul futon, molto basso ma perfetto per riposare il corpo e la mente. Il bagno è condiviso, ma si presenta sempre pulitissimo e studiato nei dettagli. Cena e colazione sono rigorosamente vegetariane e vengono servite in camera. Ad Ekoin la sveglia è alle 7 e si è chiamati a partecipare al “Goma fire ritual”, che prevede un piccolo rogo di bastoncini in legno ai piedi della statua di Buddha.
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